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Storie e racconti
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| Nome argomento: Storie e racconti
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Recentemente ho fatto lavori di ristrutturazione in casa e, per spostare i mobili, ho dovuto svuotarli.
E' incredibile l'immensa, informe mole di contenuti che hanno vomitato sul tavolo e sul pavimento della stanza.
Come nel film horror "Blob" la massa tende a rigurgitare fuori, si espande pericolosamente, ne sono sopraffatta, mi sommerge, non riesco più a districarmi.
La notte non dormo, mi perseguita: sarò costretta a nasconderla di nuovo, me ne dovrò disfare... ma come? Dove?

Vorrei differenziarla: sezionare ogni oggetto, squartarlo, capire di che è fatto...
Il grande bianco albero di Natale ha fatto felici i miei figli per pochi anni e poi per altri 30 ha preso solo spazio e polvere.
Con la macchina per fare il pane mi sono tolta lo "sfizio" del pane caldo per qualche giorno, ora è là, ancora nella sua scatola, che mi interroga sulla sua prossima sistemazione...
Avrei dovuto noleggiarli, ora li potrei a mia volta dare in prestito a chi ne avesse bisogno.
Sta per venire Natale. Pensiamo bene a che cosa regalare: cibi buoni, biologici e non, che, dopo averci deliziato, spariranno; biglietti per il cinema, teatro, viaggi lunghi o brevi, regaleranno emozioni che non prenderanno spazio custoditi nella mente e nel cuore.
Non è più il tempo di possedere, accumulare, trattenere, ma di riciclare, scambiare e liberare.
Letizia Marino
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Inviato da : letizia Giovedì, 04 Dicembre 2014 - 17:26
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Giovedì 4 settembre a Terracina in vacanza con la nipotina di 3 anni, al ristorante a mangiare pesce che tanto le piace. All'improvviso sembra soffocare: piange, tossisce, vomita. E' una spina. Già in ambulanza, subito accorsa, l'infermiera, presala in braccio, dolcemente cerca di capire dove sia la spina, la conforta, ci rassicura. All'ospedale il medico chiede l'intervento dell'otorino che con professionalità, ma soprattutto sapendo come ottenere la collaborazione di un bimbo, riesce a farle aprire la bocca e individuare la spina. Per toglierla è necessario l'aiuto di un'infermiera che con altrettanta professionalità e garbo, minacciando il medico di "menarlo" se avesse fatto male alla nostra nipotina, la immobilizza l'attimo necessario per l'estrazione. Dimenticavo di citare il portantino che l'ha "scarrozzata ", sia prima che dopo, per l'ospedale "come una principessa". Lo so: si è trattato di un intervento banale, ma io ho apprezzato la celerità, la cortesia, l'umanità. E poi dopo aver sentito racconti raccapriccianti di altre spine in altri ospedali e con altro personale medico e paramedico... sono ancora più felice di essermi trovata a Terracina in quella circostanza!
Letizia Marino
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Inviato da : letizia Venerdì, 12 Settembre 2014 - 11:04
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Incontrarvi, in piazza, per parlare, discutere e scrutare leggendo nella vostra fisionomia, nella vostra espressione i segni della vostra vita.
Cosa altro sia oggi il vivere se non un'impersonale digitazione e comunicazione priva del linguaggio dei gesti.
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Inviato da : susta Venerdì, 08 Agosto 2014 - 16:48
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